CHI SEI E CHE COSA FAI?
Sono Natalina Bassani, artista. Vivo e lavoro a Pavia. Dopo aver a lungo praticato la grafica, soprattutto in bianco e nero, da alcuni anni mi dedico esclusivamente alla scultura. In precedenza sono stata psicologa, psicoterapeuta e dirigente di servizi a livello primariale.
PERCHÈ HAI SCELTO DI DEDICARTI ALLA SCULTURA?
Faccio scultura perché sono attratta dalla tridimensionalità, dalla possibilità di cambiare la percezione di un oggetto spostando il punto di osservazione. Mi piace molto porre il baricentro fuori asse, facendo apparire l’opera sull’orlo della caduta. Mi sembra che questo sia metaforico della possibilità di ridefinire anche noi stessi, il nostro dolore.
COS’È, DUNQUE, L’ARTE PER TE?
L’arte è per me un mezzo per trasfigurare, dandogli un senso, il male della vita. Penso che l’arte debba essere provocazione emotiva. Se non provoca – e quindi non emoziona- arte non è. Chi si lascia emozionare da un mio lavoro condivide, in quel momento, qualcosa di importante con me, anche se la sua emozione è diversa dalla mia. Al di là delle parole.
CHE MATERIALI E SOGGETTI PREDILIGI?
Utilizzo svariati materiali: ferro, creta, gesso, materie plastiche… anche i pizzi della nonna. Sono molto attratta da soggetti drammatici e tragici: figure che faticosamente escono dai muri, immagini di vecchiaia, immagini di morte violenta… a lato però coltivo anche un filone di opere più lievi, ludiche o ironiche: figure fatte di cucchiaini e forchettine, aeree ballerine di pizzo… sono le mie due anime!
DOVE VA LA TUA RICERCA?
All’inizio facevo solo lavori figurativi; mi è sempre piaciuto il guizzo dei muscoli sotto pelle, il movimento vitale pronto ad esplodere… oggi però sono alla ricerca della liberazione dall’estetica figurativa tradizionale, tendo a sollecitare le stesse emozioni utilizzando forme più rarefatte e simboliche. Insomma, sono ancora in cammino.
FAI MOSTRE?
Sì, 2 – 3 volte l’anno. Collettive o personali.